Nel 1976 il soft rock trovò un nuovo eroe: era
Al Stewart, l'autore dell'hit
Year of the Cat. Scozzese di Glasgow, dopo varie peregrinazioni in giro per la Gran Bretagna (a Bournemouth, dove vive parecchi anni, conosce Robert Fripp (da cui prende alcune lezioni di chitarra), Andy Summers, Greg Lake e diventa membro della band del dj Tony Blackburn), Stewart si trasferisce a Londra e pubblica due album alla fine degli anni sessanta:
Bedsitter Images (con sofisticati arrangiamenti orchestrali) e
Love Chronicles (in cui suona Jimmy Page e che si distingue per la canzone omonima, della durata di 18 minuti, che nel testo contiene il termine
fottere).
Love Chronicles verrà votato miglior album folk dell'anno dalla rivista
Melody Maker.
Ispirato da Bob Dylan, scrive canzoni folk intimiste e romantiche, apprezzate soprattutto nel circuito dei college e dei folk clubs della capitale (
Bunjie's e
Les Cousins), dove si esibisce insieme a Sandy Denny, Third Ear Band, Roy Harper, Jackson C. Frank, Peter Bellamy, Ralph McTell, Fairport Convention, Incredible String Band. L'americano Paul Simon è suo vicino d'appartamento, a Soho. Nel 1970 esce
Zero She Flies. Nel 1972 pubblica
Orange, album in cui suona Rick Wakeman e in cui Stewart si misura con il
maestro Dylan eseguendo la cover di
I Don't Believe You.
Il 1974 è l'anno della scoperta dell'America: Al Stewart, snobbato dal pubblico britannico, scopre di avere un nutrito seguito negli Stati Uniti. Dopo un tour negli Stati Uniti, pubblica
Past, Present and Future, un
concept album che mette in evidenza la passione del cantante per la storia. L'album, per la precisione, è ispirato al libro di profezie di Nostradamus. Il successivo
Modern Times - disco costituito da ballate con forte connotazione acustica - consolida la fama di Stewart negli USA, tanto che di lì a poco egli vi si trasferisce.
Descrizione di Wikipedia (articolo originale)